Artificial intelligence in ports: a challenge for jobs and workers’ rights (ENG/IT)

3 Jun 2025

 

(Read the article in Italian below)

On 29–30 May 2025, the ETF took part in the conference “Artificial intelligence and automation in European ports: challenges, opportunities and workers’ rights”, organised by Filt-Cgil.

It was an invaluable opportunity to discuss the impact of artificial intelligence on port labour — a highly topical issue that adds new layers to the long-standing challenges posed by automation in the sector.

Today, the level of technological innovation in European ports varies greatly, not only from country to country but from port to port. For this reason, our union chose to look beyond national borders and take a closer look at two of Europe’s leading ports: Rotterdam and Antwerp.

Thanks to contributions from Niek Stam (FNV Havens), Glenn Mannien and Erik Maes (BTB), we gained valuable insights into how automation and AI are being applied in their ports and what consequences these changes are having for workers.

New technologies, old challenges

Technology has always reshaped the world of work. It changes tasks, work rhythms, and the rights that need defending. The port sector faced the first wave of automation over thirty years ago. Today, the arrival of artificial intelligence brings with it new dynamics and fresh concerns.

AI is a technology evolving at unprecedented speed and has already become part of our everyday lives — often without us even realising it. This is not just a trade union issue but a collective one.

What should unions do? In two words: understand and bargain

The first essential step is to understand:

  • Which technologies are being introduced?
  • How are they changing workflows and operations?
  • What impact will they have on jobs, and what new skills will be needed?

That’s why informing and consulting workers is fundamental. It allows unions to identify what kind of technology is being implemented, what its objectives are, and to monitor sensitive aspects like increased work rates, reduced breaks, or worker surveillance via wearable devices.

Once the situation is clear, the next step is to bargain.

AI systems rely on enormous amounts of data — much of it generated by workers themselves while carrying out their tasks. Think of a crane operator: their movements, decisions, and timing can all be recorded to train AI systems.

But those data points represent real expertise earned on the job. If companies use these data to refine machines and systems, they’re essentially exploiting the knowledge and skills of their workforce. It’s crucial to avoid a scenario where workers, by doing their jobs, end up training the technology that could one day replace them.

One proposal under discussion among European unions is to introduce compensation mechanisms: data generated by workers should be treated as a legitimate form of labour, with specific rights and compensation regulated through collective bargaining agreements.

Training for smarter bargaining

It’s vital for unions to build the skills needed to tackle the challenges of new technologies — and for workers to be supported as they acquire new skills for the digital transition. The ETF is actively working on this, ensuring that innovation and workers’ rights move forward together.

In short: understand and bargain.

To support trade unions in this effort, a new AI bargaining toolkit for ports is now available online. We encourage all our members to make full use of it in their national activities.

 

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L’intelligenza artificiale nei porti europei: una sfida per il lavoro e i diritti

Il 29 e 30 maggio 2025, l’ETF ha partecipato alla conferenza “Intelligenza artificiale e automazione nei porti europei: sfide, opportunità e diritti delle lavoratrici e dei lavoratori”, organizzata dalla Filt-Cgil.

Un appuntamento prezioso di confronto su un tema quanto mai attuale: l’impatto dell’intelligenza artificiale sul lavoro portuale, che si somma alle sfide che il settore affronta da oltre trent’anni con l’automazione.

Oggi, il livello di innovazione tecnologica nei porti europei è molto variegato e cambia da paese a paese, da porto a porto. Per questo il nostro sindacato ha deciso di allargare lo sguardo oltre i confini nazionali e analizzare da vicino due dei più importanti scali europei: Rotterdam e Anversa.

Grazie agli interventi di Niek Stam (FNV Havens), Glenn Mannien ed Erik Maes (BTB), abbiamo potuto ascoltare come automazione e intelligenza artificiale vengono applicate nei loro porti e quali conseguenze hanno per chi lavora.

Tecnologie nuove, sfide antiche

Da sempre, le nuove tecnologie trasformano il mondo del lavoro. Cambiano le mansioni, i ritmi, i diritti da difendere. Il settore portuale ha affrontato prima di molti altri l’introduzione dell’automazione, circa trent’anni fa. Ora l’arrivo dell’intelligenza artificiale porta nuove dinamiche e interrogativi.

Parliamo di una tecnologia in rapida evoluzione, che ormai fa parte della nostra quotidianità, spesso senza che ce ne rendiamo conto. Prima ancora di essere una questione sindacale, è una questione collettiva.

Cosa deve fare il sindacato? Due parole: capire e contrattare

La prima azione è capire:

  • Che tecnologie stanno entrando nei nostri porti?
  • Come cambiano i flussi di lavoro?
  • Quali posti di lavoro rischiano e quali nuove competenze saranno richieste?

Per questo è fondamentale che i lavoratori siano informati e coinvolti. Solo così il sindacato potrà vigilare su aspetti delicati come: aumento dei ritmi di lavoro, riduzione delle pause o monitoraggio tramite dispositivi indossabili.

Una volta definito il quadro, il passo successivo è contrattare.

L’intelligenza artificiale funziona grazie a una mole enorme di dati, spesso prodotti direttamente dai lavoratori durante le proprie mansioni. Pensiamo a un operatore di gru: i suoi movimenti, i tempi e le decisioni possono essere registrati per addestrare sistemi di intelligenza artificiale.

Ma quei dati rappresentano competenze reali, acquisite sul campo. Se le aziende usano questi dati per perfezionare le macchine, di fatto sfruttano il know-how dei lavoratori. È quindi necessario evitare il paradosso di chi, lavorando, finisce per addestrare la tecnologia che potrebbe sostituirlo.

Uno degli strumenti su cui il sindacato europeo sta riflettendo è quello della compensazione: i dati generati dai lavoratori devono essere riconosciuti come una forma di lavoro a tutti gli effetti e come tale regolamentata e retribuita.

Formarsi per contrattare meglio

È essenziale che i sindacati acquisiscano competenze specifiche per affrontare le nuove sfide tecnologiche e che i lavoratori siano accompagnati nella transizione digitale. L’ETF è da tempo impegnata su questo fronte, per garantire che innovazione e diritti viaggino di pari passo.

In sintesi: capire e contrattare.

Per supportare le organizzazioni sindacali in questo percorso, è disponibile un nuovo toolkit per la contrattazione dell’intelligenza artificiale nei porti, consultabile al seguente link. Invitiamo tutti i nostri membri a farne buon uso.